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http://avatar-italia.it/altro/old_uploads/2010/06/f_1fa9dc39abc3139da70233e3763f4bb8-300x225.jpgVien da chiedersi se dietro al disastro ambientale che stà colpendo le coste americane, non ci siano altri interessi più profondi... già, perchè altrimenti non si spiegherebbe la cecità degli "esperti" ambientali dell’Agenzia di Protezione Ambientale americana, nel rifiutare l'aiuto offerto da Cameron ( notoriamente fanatico del mare e delle sue profondità, cosa che influenzerà anche il prossimo capitolo di Avatar ) per arginare la fuoriuscita del petrolio.
Definiti dallo stesso regista "imbecilli", dopo aver invitato Cameron alla tavola rotonda organizzata a Washington D.C. in qualità di esperto di tecnologie sottomarine, questi geni hanno infatti deciso di ignorare le offerte e i consigli del maestro.
Il "reclutamento" del regista segue l’intervento di altri due simboli di Hollywood, Kevin Costner e Robert Redford, che hanno suggerito il ricorso ad alcune compagnie esperte nella pulitura del mare. La mobilitazione generale – e un po’ affannata – tradisce i problemi nel contenere l’emergenza.
Quello fatto a Cameron, non era un invito casuale: Esperto di immersioni, nei giorni scorsi, il regista, aveva infatti messo a disposizione alla BP (British Petroleum), i suoi sommergibili, una flotta di mini-sottomarini radiocomandati in grado di immergersi a quote irraggiungibili per molti altri (valutati complessivamente 400 milioni di dollari).
Cameron si è incontrato con i funzionari dell'Agenzia di Protezione Ambientale statunitense a Washington, assieme al suo socio, Phil Nuytten, ingegnere della flottiglia di piccoli e agili sottomarini che vengono radiocomandati e che sono in grado di esplorare il mare fino a 4.500 metri di profondità e in grado di riprendere immagini dagli abissi con telecamere molto sofisticate.
Ma appena 24 ore dopo la prima riunione, la British Petroleum si è "messa di traverso" e ha rimandato al mittente l'offerta di aiuto.
Cameron ha dichiarato: "Da giorni seguo con angoscia quello che sta accadendo nel Golfo del Messico e penso che questi imbecilli non sappiano quello che fanno. Io invece potrei portare persone abituate a lavorare a profondità anche maggiori di quelle in cui si trova il pozzo della BP ( che è a circa 1500 metri di profondità )"
Adesso Thad Allen, responsabile delle operazioni per il contenimento della fuoriuscita del petrolio, si sta orientando – in accordo col governo americano – verso l’installazione di una sorta di "tappo" sul pozzo, in grado ( teoricamente ) di bloccare il petrolio in uscita, che ha già toccato le coste dello Stato del Mississippi ed è a pochi chilometri dal quelle della Florida.
Come sempre la cupidigia e gli interessi personali vengono anteposti al bene dell'intera umanità, e di questa madre terra che tanto pazientemente ci trasporta in giro per lo spazio, sopportando tutte le nostre angherie.
Fonti: www.ecologiae.com, tgcom
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