Tanhi Inviato: 12 Giugno 2012 Segnala Condividi Inviato: 12 Giugno 2012 “Dici biodiversità e pensi subito alla Foresta Amazzonica o alla foca monaca, certamente non alla pizza che hai mangiato ieri sera o ai pomodorini con cui condirai la pasta oggi”...... esiste un problema culturale di percezione da parte di tutti che ci porta a sottovalutare la biodiversità domestica, di ragionare di diversità biologica slegandola dalla questione alimentare. “affrontare il nodo delle materie prime, dei prodotti che scompaiono, dell’agricoltura in forte crisi, significa proprio fare i conti con la biodiversità specifica, quella selezionata dall’uomo per l’uomo”. E vuol dire anche che, se la “biodiversità si impoverisce, a impoverirsi è anche il nostro cibo”.......Fonte: La Stampa Ecco la risposta alle mie domande....quando in frutteria guardo quelle belle mele tutte dello stesso tipo, tutte della stessa grandezza oppure le verdure, anche esse tutte uguali....In natura ci sono più di 100 varietà di mele....sui banconi della frutta ne vediamo 3 o 4 al massimo.... ci avete mai pensato?.....la biodiversità è stata alla base della nostra salute, ora noi la stiamo distruggendo....😢 o forse l'abbiamo già distrutta.....😢....non abbiamo pensato alle conseguenze però 😢 Citare Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
niftue rey Inviato: 12 Giugno 2012 Segnala Condividi Inviato: 12 Giugno 2012 purtroppo - come sempre - vale la regola del massimo profitto a tutti i costi... anche se questo vuol dire distruggere o ridurre al limite dell'estinzione determinate varietà a favore di quelle che rendono di più. uffaaa... ma che stufo che son di aver ragione... :D Citare Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Hawnuyu Inviato: 13 Giugno 2012 Segnala Condividi Inviato: 13 Giugno 2012 Negli anni Cinquanta in Sudamerica veniva coltivata un'unica varietà di banane, la varietà Gros Michel. Questo ha fatto sì che questa specie, in seguito ad un'epidemia, si estinguesse. Se le varietà coltivate fossero state più d'una, quelle non colpite dall'infezione avrebbero fatto sì che la velocità di trasmissione dell'infezione rallentasse e, ad un certo punto, si fermasse. Entro il prossimo decennio, la banana commestibile potrebbe estinguersi. La banana Cavendish, consumata in tutto il pianeta, pecca di scarsa diversità genetica che la rende vulnerabile a malattie quali: Malattia di Panama, causata da funghi terricoli, che cancellò la varietà Gros Michel (Big Mike) negli anni cinquanta.Sigatoka Nera, un'altra malattia provocata da funghi che ha raggiunto le proporzioni di un'epidemia mondiale.Peste che invade le piantagioni e le fattorie in America Centrale, Africa e Asia.Una nuova variante patogena, razza tropicale 4, affligge le coltivazioni di Cavendish nel sudest asiatico ed è per questo alla radice dei problemi riguardanti i commerci di esportazione. La diffusione della razza tropicale 4 in America richiederebbe che i sucker delle banane infette oppure che la terra infestata sia importata dall'Asia, ma fortunatamente entrambe le cose sono strettamente proibite sia nei paesi produttori che in quelli esportatori. La varietà Gros Michel (Big Mike) è stata una delle prime ad essere coltivata. Come già detto, fu cancellata dalla malattia di Panama negli anni cinquanta. La Gros Michel era molto adatta ad essere esportata nei paesi extra-tropicali. Maggiore cura è richiesta per il trasporto della Cavendish. Fonte: Wikipedia È opinione diffusa che le Gros Michel fossero più gustose delle Cavendish, ma la logica di mercato ha voluto che venisse coltivata un'unica varietà, e questo le ha portate all'estinzione. La stessa storia si sta ripetendo per le Cavendish. Non impariamo mai, o meglio non vogliamo, e quindi non riusciamo, a guardare in prospettiva: i dirigenti che si occupano della pianificazione strategica dell'impresa puntano ad ottenere dei risultati nel bilancio contabile annuale, così da ottenere premi e promozioni in maniera immediata (un modo di pensare del tipo "pochi, maledetti e subito"), lontanissimi dal preoccuparsi dei problemi che si presenteranno in futuro per l'azienda e, tantomeno, del problema della biodiversità. Mio padre, che lavora in banca, mi ha spiegato che ci sono dei "dirigenti" che sono preposti allo sviluppo di strumenti che massimizzino gli utili della banca, e questi dirigenti hanno pensato di sviluppare un'infrastruttura informatica che, informatizzando il processo decisionale, avrebbe dovuto ridurre il carico di lavoro dei dipendenti e, quindi, permette di risparmiare sugli stipendi. Il problema è che questo sistema informatico non funziona! Così i dirigenti fanno una bella figura perché nel bilancio di quell'anno vi sono risparmi sugli stipendi, ma nel giro di 10 anni/20 anni, quando le aziende dovranno restituire i soldi, la banca non riceverà i soldi ricevuti in prestito, perché le aziende non erano abbastanza solide da proseguire la loro attività oppure non possono restituire i soldi! In altre parole, in qualsiasi settore, sia in quelli in cui è importante tutelare la biodiversità, sia in quelli in cui si dovrebbe mostrare un minimo di fedeltà all'azienda e desiderio di svolgere il proprio lavoro in modo deontologicamente corretto, ebbene in entrambi i casi l'essere umano non riesce a guardare al di là del suo interesse immediato e meschino. Nel caso in cui io dovessi lavorare in un'impresa (possibilmente un tipo di impresa meno ambigua delle banche) non sarei capace di tenere un comportamento così basso, sarebbe contro la mia natura. Citare Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
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