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What if.. ? ** E se...?


Stranger
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Aveva veramente sete... non era solo sete, il suo corpo stava letteralmente gridando il bisogno di dissetarsi. Gli pulsavano le tempie ed aveva la lingua gonfia, si sentiva debole.. non riusciva a pensare.. e la pelle era sensibilissima. L'atmosfera di Pandora era diversa, piu' umida... ma di un umido diverso da quello terrestre. Sentiva sulla pelle una sorta di coperta di seta, che non si poteva staccare, ma al tempo stesso rinfrescava.

 

Quale atroce tormento.

 

"Quanti anni sono che non bevo? Può per favore darmi un bicchiere d'acqua?"

 

"Si, certo.. scusi."

 

Il dottore si assentò, possibile che gli fosse sfuggito qualcosa mentre dormiva? Come faceva a sapere quando si era interrotto il sogno? Molto probabilmente, già durante il criosonno. Cioè, insomma... ah.. sete.... che stava guardando mai quel medico?

 

Guardò fuori dalla finestra... vedeva solo cose blu.

 

Sentiva che se non avesse bevuto, sarebbe svenuto... poi guardò le sue gambe. Gambe di animale, trapiantate perchè le sue non funzionavano piu'.

 

"Ah.."

 

Quanto odiava quelle gambe, quanto era razzista poi la gente... non solo aveva gambe di animale, ma era anche fermo su una sedia a rotelle. Oh............... odiava, odiava.. ODIAVAaAAA

 

"No. NNo.." - biascicò.

 

Dove diavolo sta la sua maledetta... acqua?!!!

 

"Pandora per.. iniziare di nuovo." - cercò di autoconvincersi, di sentire l'acqua nell'aria per iniziare a dissetarsi..

 

La pelle faceva quasi male però... che equipe medica era.. mai quella?

 

Le tempie gli pulsavano, suo malgrado.. stava per svenire.

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  • 1 mese dopo...

La minaccia

 

Ogni volta che mi devo scollegare dal link, ormai, è un trauma... ormai il mondo reale, per me, è quello di questo mondo, non la mia vecchia vita, e se all’inizio entrare nell’avatar era come immergersi in una favola, adesso lo scollegarsi è peggio che rientrare in un incubo… è angosciante… mi riempie il cuore di tristezza… in più è anche uno stress fisico.

 

Mi alzo rintronato e con i sensi ovattati dalla postazione del link, e mi ci vogliono quasi cinque minuti per ristabilirmi… cinque eterni minuti, durante i quali ho il tempo di pensare alle brutture che mi circondano… abituato ormai a vivere in un ambiente completamente naturale, queste baracche di plastica e metallo mi sembrano delle gabbie da laboratorio… sento tutta la loro artificialità, la loro freddezza… sono tristi, e impregnate di quella umanità che ormai tanto odio.

 

E odio ancora di più il fatto che è proprio grazie a una tecnologia umana, se riesco a vivere questa mia nuova vita, perché mi ricorda sempre le mie radici… e mi ricorda che – forse – non potò mai essere un vero Omaticaya.

 

“Jake… vieni, ci sono grane”

 

Trudy mi appare davanti con un’espressione che non lascia presagire nulla di buono… “grane”, temo, sia solo un eufemismo.

 

Sull’oloschermo, la faccia di Max aveva un’espressione sconvolta, che se considerata assieme a quella di Trudy, poteva portare ad un’unica conclusione.

 

“Max… che succede?”

 

“non ne sono sicuro jake, ma credo che Quaritch abbia in mente qualche cosa di grosso… ci ha chiamati tutti a rapporto questa sera, per importanti comunicazioni… non so nulla di più per ora, ma dall’agitazione che c’è tra i secops, credo non sia nulla di cordiale”

 

“Lo so io Max… so cosa ha in mente Quaritch”

 

“cosa vuol dire che lo sai Jake?”

 

“Max… è molto lungo e maledettamente complicato da spiegare, ma il fine del piano di Quaritch è che ha intenzione di abbattere l’alberocasa degli Omaticaya… ma non ho alcuna intenzione di permetterglielo… lo devo fermare, costi quel che costi!”

 

“Jake… cavolo… ora comincio a capire molte cose… senti, non sono molti quelli che potrebbero stare dalla parte dei Na’vi… e ancor di meno quelli che potrebbero avere il coraggio di affrontare Quaritch, ma se ti serve aiuto, credo che di quei pochi ci potremmo fidare”

 

“grazie Max, tu comincia a metterti in contatto con loro, e poi ci riaggiorniamo questa sera dopo il vostro briefing… e Max… occhi aperti!”

 

“puoi contarci Jake… a dopo”

 

Confusione, timore, rabbia, vergogna… non so bene quale di questi sentimenti ne sia la causa, ma provo un forte senso di nausea… e più penso a quello che ho fatto, più penso al fatto che se avessi avuto più coraggio forse non saremmo a questo punto, più il senso di nausea si fa forte.

 

“Trudy, torniamo all’hell’s gate, devo parlare con Quaritch”

 

“Jake, scusa se te lo dico, ma non mi sembra un gran piano!”

 

“lo so,… a dire il vero non ho idea di cosa farò una volta là… ma non posso stare qui a non fare nulla… devo tentare di dissuadere quel pazzo, forse posso ancora farlo deisstere…”

 

“caspita marine! Ti facevo tutto muscoli e azione, ma mi sorprendi… vedo che c’è dell’altro lì dentro…”

 

Grace ha sempre la battuta pronta per ogni situazione…

 

“… ma non ti ci vedo a fare il diplomatico con quel bastardo di Quaritch… e non credo che in uno scontro corpo a corpo tu avresti molte possibilità di batterlo… senza offesa ovviamente”

 

È amara da digerire… ma Grace ha ragione… ho bisogno di pensare… devo tornare là fuori… devo rientrare nel link, qui dentro la mia mente soffoca.

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  • 3 settimane dopo...

Nella tana del lupo

 

 

Sulla terra io ero un semplice marine, e ai marines non insegnano a pensare, semmai a prendere una decisione in modo intuitivo e istintivo, ma non di certo a ragionare su cosa sia giusto o sbagliato oppure corretto.

 

Eppure qualche volta, quando non ero in servizio, mi piaceva perdermi nei miei pensieri, e avevo un posto dove mi piaceva andare; era una collina vicino ad una vecchia cittadina abbandonata, ormai erosa dal tempo, e mi piaceva immaginare la vita che vi scorreva un tempo, quando ancora la terra era un pianeta vivo… quando ancora l’uomo non l’aveva depredata di tutta la sua vita.

 

Qui invece è tutto al contrario. Qui la vita domina sulle azioni inconsulte dell’uomo, e forse su questo pianeta, l’uomo imparerà una lezione che non dimenticherà facilmente: la sua infinita inutilità nel grande disegno dell’evoluzione dell’universo.

 

Eppure anche qui ho trovato un posto dove poter pensare, e in questi ultimi tempi ho avuto spesso l’occasione di venirci; ma qui non si vedono cittadine morte, qui non devo immaginare scene di vita… qui tutto è vita, tutto è energia… e mi vengono in mente le parole di Neytiri quando, all’inizio di questa missione, aveva cominciato a insegnarmi le usanze del suo popolo, quando di fronte alle sue parole che parlavano delle energie che pervadono questo pianeta, io, stupidamente, la prendevo alla leggera, con la classica arroganza degli uomini.

Per fortuna lei ha visto qualche cosa in me che nemmeno io conoscevo… per fortuna lei non si è arresa, e anche se era convinta che non fosse possibile, mi ha insegnato a vedere… e non l’ho mai veramente ringraziata per questo.

 

Ma ora è tempo di andare, è tempo che comici ad affrontare il problema per cui sono giunto fino a qui, a Hell’s gate… Quaritch e la follia della compagnia.

 

L’installazione è una macchia di cemento e acciaio in mezzo alla foresta, e la prima cosa che mi viene in mente è un cancro… si, proprio come le cellule cancerose impazzite, crescono in mezzo a quelle sane e via via si espandono, così è l’uomo e la sua tecnologia… e io, spero, troverò la cura per questa pazzia.

 

Basta un pensiero, e il mio ikran scende in picchiata verso l’insediamento umano, e mi rendo conto che la mia intenzione è quella di spaventarli, ma forse non è stata una grande idea… potrebbero anche prenderla un po’ male, ma ormai è fatta, sento l’allarme della base che comincia a suonare, e adesso è solo questione di istanti… se non atterro velocemente e se non mi faccio riconoscere, cominceranno a spararmi addosso.

 

Per fortuna l’arroganza degli esseri umani li porta a fidarsi sempre troppo delle proprie tecnologie, e quando queste falliscono, e l’uomo viene colto di sorpresa, impiega un bel po’ a riorganizzarsi.

 

Atterro nei pressi della torre di controllo, e nel giro di pochi istanti sono circondato da una decina di marines; sembra strano, forse sono i sensi dell’avatar che sono più sensibili dei miei, o forse l’addestramento di Neytiri ha avuto più successo del previsto, ma posso sentire il terrore che aleggia nell’aria della base… sento la paura che questo corpo da na’vi suscita negli umani, o forse è la consapevolezza che invece di uno solo, avrebbero potuto trovarsi sotto attacco di centinaia di guerrieri, e molto probabilmente non avrebbero avuto scampo.

Passano solo pochi istanti, e finalmente mi trovo di fronte Quaritch… il suo volto non lascia trasparire alcuna sorpresa, ma riesco a sentire la sua rabbia… in fondo ho reso evidente l’inefficienza delle sue truppe nel difendere la base, e adesso la cosa che più desidera è di riscattare la sua reputazione.

 

“cos’è questa mascherata soldato?... cosa intendevi fare con questa entrata da teatro!?”

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